prima pagina pagina precedente



BIOGRAFIE
La regina Teodolinda
dal libro Galleria di personaggi monzesi, a cura di Beppe Colombo e Donatella Mazza


la regina Teodolinda
"È davvero bella e merita di essere la nostra regina, Impegno e bontà in nome della pace...", "Opera presso lo sposo affinché non disdegni l'alleanza con lo stato cristiano".
Con queste e altre parole, il monaco longobardo Paolo Diacono (VIII secolo) tratteggia la figura di Teodolinda o Teodelinda nella sua "Historia Langobardorum" dove narra le vicende della sua gente, intessendole di leggende e di eventi fiabeschi.
Sappiamo così che Teodolinda, principessa di Baviera, di fede cattolica e longobarda per parte di madre, nel 589 divenne regina dei Longobardi sposandone il re Autari. Nel nuovo ruolo si adoperò insieme col re affinché i suoi sudditi si trasformassero, sia pur gradualmente, da bande di predoni in un popolo finalmente pacificato. Mirò inoltre ad allentare le gravi tensioni tra i Longobardi di religione ariana e la popolazione sottomessa di fede cattolica. Secondo questa linea, si mosse dapprima accanto ad Autari poi, rimasta precocemente vedova (590), al fianco di Agilulfo, nuovo sposo e nuovo sovrano: insieme tenderanno a dare al loro stato una struttura politico-amministrativa più solida ed efficiente. Gli anni che seguirono videro Teodolinda sempre più protagonista della scena longobarda e sempre più in senso positivo. Amante della pace, esercitò sul marito un'efficace influenza perché si ponesse fine a una delle interminabili guerre di
conquista che i Longobardi combattevano sul territorio italiano e che minacciava di coinvolgere anche il Papato. Lo stesso Papa Gregorio Magno alla fine le espresse parole di riconoscimento e di stima per il suo operato e le fece dono di una copia dei suoi Dialoghi. In quegli anni la corte longobarda trasferì la sua capitale da Pavia a Milano e Teodolinda scelse, quale residenza estiva, Modicia, l'odierna Monza, allora un borgo di povere case in riva al Lambro, a dodici miglia da Milano. "D'estate la zona gode di un clima temperato e salubre grazie alla vicinanza delle Alpi e lì la regina si costruì un palazzo e vi fece dipingere alcune scena dei Longobardi". Sono ancora parole di Paolo Diacono che, illustrando i dipinti, ci propone una visione immediata dell'aspetto fisico dei Longobardi ai tempi di Teodolinda. "Si radevano fino alla nuca, in modo che dietro erano completamente pelati e davanti lasciavano cadere i capelli spartendoli da una parte e dall'altra in mezzo alla fronte, sulle guance fino all'altezza della bocca". Proprio nel palazzo di Modicia (del quale non è rimasta traccia) il 7 aprile 603 Teodolinda fece battezzare, secondo il rito cattolico, il figlio Adeloaldo. Con quell'atto voleva stabilire un modello per i suoi sudditi Longobardi nel loro avvicinamento al Cattolicesimo. La storica cerimonia avvenne nella basilica, l'Oraculum, che Teodolinda aveva fatto costruire nel 595 accanto al palazzo (quasi una cappella privata) e che aveva dedicato a San Giovanni Battista.
Secondo Paolo Diacono "... una basilica con molti ornamenti d'oro e d'argento...", " affinchè San
Giovanni intercedesse per tutti presso il Signore”..., “...la gloriosissima regina offriva a San Giovanni una donazione ...".
Gran parte della donazione si è mantenuta attraverso i secoli ed ora è custodita nel Museo del
Duomo di Monza: preziose reliquie, suppellettili sacre, opere di alta oreficeria che testimoniano
la devozione e la generosità della regina.
Rimasta nuovamente vedova intorno al 616, Teodolinda continuò a regnare fino a tarda età e a vivere a Modicia che, grazie a lei, da sconosciuto villaggio, era divenuta un centro vivo, ricco di cultura e di arte.
Intorno al 626 Teodolinda moriva, ma l'immagine di lei va al di là del tempo. Nel Duomo di Monza, che sorge proprio sulla chiesa da lei tanto voluta, resta infatti un ciclo d'affreschi che la ritrae nei momenti più significativi della sua vita di regina. Sono opera dei fratelli Zavattari che nella seconda metà del XV secolo, in perfetta sintonia con le parole di Paolo "... è davvero bella... " ricostruiscono la sua immagine infondendole un'aria dolce e incantata, a metà tra realtà e leggenda. Nella cappella che ospita gli affreschi, a lei dedicata, sono custoditi, in un sarcofago trecentesco, i suoi resti mortali.



in su pagina precedente

 10 aprile 2004